LA PEGGIO GIOVENTU'
Noi di televisione siamo pochini: una quindicina di frequentanti. Meno di noi sono solo solo quelli di teorie dei media (circa 8). In ordine decrescente abbiamo quindi: giornalismo, pubblicità, cinema, televisione, teorie. A onor del vero non sono proprio sicura del secondo e terzo posto.
Noi di televisione siamo un po' l'ultima ruota del carro. Forse quelli di teorie sono messi peggio, ma sono solo in 8 e ne conosco solo una, che ha passato 4 mesi in vacanza a Cuba, quindi le sue eventuali lamentelenon meritano di essere prese in considerazione.
Noi di televisione siamo considerati la feccia del'università: non veniamo presi mai in considerazione (nemmeno da G.rasso, che ci preferisce quelle di lingue).
Probabilmente lo fanno per prepararci a quello che sarà il nostro destino se finiremo a lavorare nel quinto potere: disprezzati da tutti, accusati di essere fautori di un mondo di lobotomizzati debosciati senza valori, ideali e senso critico.
Noi vogliamo lavorare dietro le quinte: nessuno di noi 15 vuole fare l'attore, il presentatore, la conduttrice (anche se era il sogna della Polly bambina), la valletta. Quelli che hanno di queste aspirazione sono a cinema (denominazione completa: "Cinema, teatro, organizzazione di eventi"), e infatti hanno adattato l'offerta formativa con un bel corso di comunicazione in pubblico, ribattezzato da Tommy: "il corso veline".
In questo noi di televisione ci siamo io, la Polly, la Mona, la MonaFashion: per comodità potremmo chiamarci le Pink Ladies (MonaFashion ha un che di Rizzo). Del gruppo fanno apret anche la Silvia e la Mara, ma loro sono meno "pittoresche".
Di me non serve dire niente, della Polly nemmeno (anche se BillieGioia ogni volta che cito la Paola in qualche post non capisce chi sia). Mona e MonaFashion sono invece dei piccoli capolavori.
Mona viene da un paesino sperduto vicino a Vigevano.
Mona ha avuto un'adolescenza difficile: il liceo classico le ha imposto 5 anni di studio matto e disperato, ordine e disciplina. La sua formazione classicista emerge a Cultura Classica, quando presta la massima attenzione mentre noi starnazziamo parlando della tesi, di OC, di varie ed eventuali.
Mona ha il papà sardo e la mamma croata: questo fa sì che alterni momenti di pura follia ad altri di pura tristezza e malinconia.
Mona ama i ragazzi con un'aria bohemmiene (il suo bidello preferito è Lo Smunto), che sanno tante cose ma non se la sminchiano, che guidano grosse moto.
Mona vedendola oggi vestita così tranquilla non direste che al liceo girava in minigonna e stivalazzo, tanto da indurre un suo ex a considerarla una bambolina da portare alle feste.
Mona ha anche un fanclub.
MonaFashion è fashion: è persino una cintura con un'enorme rosa di ceramica come fibia.
MonaFashion fa pattinaggio e allena una squadra: siccome vuole vincere le gare cerca sempre di eliminare le bambine più piccole e incapaci.
MonaFashion soffre di attacchi di panico quando si trova in posti piccolo o affollati: prima di andare in discoteca deve prendere gli ansiolitici, così poi, vedendola totalmente fusa, pensano si sia calata l'impossibile.
MonaFashion deve guardare tutte le domeniche Buona Domenica per il suo laboratorio e ci ha insegnato la tecnica dell'abbraccio a sorpresa.
MonaFashion una volta ha incontrato alla serata fetish di una discoteca uno del nostro corso (che quindi chiameremo Compagno di Corso Preferito); uno che a lezione non le diceva proprio niente. L'ambiente lussurioso lo hanno caricato di un fascino perverso, e adesso quando lo vedo cerca di accoppiarsi con il banco o con il libro.
MonaFashion ha una sorella maggiore che, per festeggiare l'esame di psicologia sociale, la porta alla presentazione di un libro sull'Iraq.
Noi di televisione. Noi, la peggio gioventù.
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