venerdì, ottobre 29, 2004

MI RITORNI IN MENTE

Al liceo avevo una compagna di nome Isabella. Noi la chiamavamo Isa: Isa la Frizza o Isa la Sbarazza.
La Isa era una ragazza smunta, sia dentro che fuori.
Non era nè alta nè bassa, più magra che grassa, con un fisico che non diceva proprio niente.
Anche i suoi vestiti erano insignificanti.
Nemmeno il suo viso era espressivo: aveva la carnagione chiara, un po' rosata, con una miriade di lentiggini; gli occhi piccoli, marrocini-verdini, con le ciglia corte e chiare. I capelli, lunghi fino alle spalle, erano lisci, rossicci come quelli di certi inglesi. Ecco, la Isa sembrava uscita da una docusoap della BBC sul proletariato di Liverpool o Sheffield.

La Isa aveva un carattere piatto: non era antipatica, non era cattiva, non era stronza; non era nemmeno ironica, spiritosa, arguta.
Non era associale: aveva il suo gruppetto di amici nella classe e fuori.
Aveva persino un ragazzo, che frequentava la scuola vicino alla nostra e con il quale tornava sempre a casa insieme. Anche il suo ragazzo era abbastanza scialbo, però se lo guardavi bene notavi una vaga somiglianza con Valerio Mastrandrea.
La Isa andava bene a scuola: era diligente e precisa. Anche i professori concordavano però nel dire che le mancavano lo spirito, l'energia, il carattere per essere brillante e non semplicemente studiosa.

A questo punto avrete capito che i soprannomi "Isa la Frizza" o "Isa la Sbarazza" le erano stati dati per sottolineare il suo carattere spumeggiante. Non è solo questo il motivo per cui l'ho battezzata così: la Isa aveva infatti un'unica cosa sopra le righe, e questa cosa era il suo alito.
L'alito della Isa era qualcosa di immondo: era l'afrore della putrescenza, i measmi di un cane decomposto; insomma, faceva proprio schifo o, detto in modo più grazioso e subdolo, era un alito frizzante e sbarazzino.

Oggi, quando il tipo dietro di me in metropolitana ha aperto la bocca, ho sentito lo stesso odore. E il mio pensiero è corso a Isa la Frizza.

giovedì, ottobre 28, 2004

MANCA IL CD DI SINATRA


mercoledì, ottobre 27, 2004

MONA E PEDROTTI KATIA'S SISTER

Oltre al suo corso di riposizionamento sentimentale e lo Smunto, la Mona ha altre due fisse in questo periodo: la cioccolata da passeggio (esclusiva di Vigevano) e la sorella di Katia Pedrotti.

La sorella di Katia Pedrotti studia in Cattolica. Lo sapevate? Io no, finchè non me l'ha detto la Mona.In ogni caso, anche sapendolo, non saprei riconoscerla. La Mona ha invece visto un servizio di Verissimo sulla famiglia di Katia, sorella compresa.
Così, quando quest'estate le si è avvicinata all'esame di teologia per chiederle informazioni l'ha riconosciuta (è come la sorella, però mora); nonostante la grande emozione, Mona ha mantenuto la calma e il self-control e le ha risposto normalmente, non facendole pesare il suo stato di Pedrotti Katia's sister, a differenza di tutte la altre ragazze presenti che si erano messe a bisbigliare. Mona dice che è proprio per questa sua discrezione che PKS ha eletto lei a dispensatrice di dritte su teologia.

Dal giorno di questo incontro, Mona ha sviluppato una sorta di campo magnetico, che fa sì che veda la Pedrotti's sister o la sua migliore amica più o meno una volta a settimana. La Polly ha detto che ogni volta che sono in giro insieme, la Mona continua a tirarle il braccio per dirle che è appena passata la Pedrotti, ma la Polly, non sapendo come è fatta, non la vede mai.
Io sono 2 giorni che vado a spasso con Mona e non l'ho ancora visto.
La vita è proprio ingiusta.

STORMI DI UCCELLI NERI

Non so come mai, ma oggi il cielo fra via Terraggio e Largo Gemelli era una nube unica di uccelli neri (passerotti in controluve).
Gruppi di uccelli che volavano da un albero a un tetto e viceversa.
Gruppi di uccelli in fila sui cornici.
Gruppi di uccelli che ricoprivano totalmente le antenne della tv.
Gruppi di uccelli sui rami più alti e già spoglio degli alberi.
Facevano un casino tremendo.
E già me li vedevano che mi piombavano addosso per cavarmi un occhio a becchettate.

Qualcuno mi sa fornire una spiegazione di questo fenomeno (la concentrazione di passeri)?

martedì, ottobre 26, 2004

IL BUONSENSO LAVORATIVO

E' da questa estate che stanno ristrutturando alcune stazione della metropolitana, tra cui Cadorna.
Io vorrei sapere chi è quel pirla di architetto che ha pensato di "rendere più luminoso l'ambiente" sostituendo la pavimentazione di gomma nera con un'altra biancastra.
Il pavimento bianco è impegnativo: già in casa, dove si sta in ciabatte/piedi nudi, ci vuole niente a sporcarlo; pensate in metropolitana, dove la gente ha su le scarpe, che a camminare in città non è che restino intonse.
Così la nuova pavimentazione, 15 minuti dopo l'inaugurazione, era già segnata da impronte di scarpe, scie delle ruote dei trolley trascinati, gomme da masticare spetasciate (che almeno prima si confondevano con i bolli della gomma antiscivolo); immaginate che bello spettacolo quando piove... Doveva sembrare più luminoso e ordinato? beh, ora è quanto di più sciatto si possa immaginare.

La riflessione a proposito è: bisognerebbe rendere obbligatorio, non dico un corso, ma almeno un seminario per insegnare agli studenti (universitari e dell'ultimo anno delle superiori) a fare le cose con buon senso. Perchè ce ne vuole a pensare di mettere delle mattonelle bianche in un luogo di passaggio come la metropolitana.

lunedì, ottobre 25, 2004

W L'AMORE CHE SARA'!

La Mona ha scoperto di avere una scheggia di ferro nell'occhio. Queste cose solitamente succedono ai saldatori, ma può capitare più raramente anche ai pendolari, causa l'attrito del treno sulle rotaie.
Mona ha trovato il coraggio di reagire prefiggendosi due obiettivi:
1- trovarsi un ragazzo (lo Smunto sarebbe l'ideale, ma si dice sia sposato);
2- far mettere la Polly insieme al ragazzo di Codogno che c'è al corso di teatro.
Il Ragazzo di Codogno è molto carino: se non fosse per i jeans con la scritta RICH sul culo sarebbe proprio un ottimo partito.
La Polly però non ne vuole sapere, perchè conosce di vista un suo amico e, per la proprietà transitiva dell'amicizia ("se mi sta antipatico il tuo amico, mi stai antipatico anche tu"), ha deciso che anche lui è stupido.
La Mona, che ha assorbito come una spugna gli insegnamenti di Marco Rossi, ha sentenziato che la Polly è come un deserto, ma noi dobbiamo scavare per trovare l'acqua; in alterantiva: la Polly, sotto la sua scorza di pietra, ha un fiume di lava bollente (l'Eros) che scorre e vuole uscire.
Il nostro compito sarà quindi quello di far emergere questa sua parte, rompere tutti i vincoli morali che la società le ha imposta e insegnarle a vivere istintivamente la storia con il Ragazzo di Casale, che noi provvederemo a far sbocciare.
W la Mona! W lo Smunto! W la Polly! W il Ragazzo di Codogno!
W L'AMORE CHE SARA'!

PS: andate a leggere il blog di Albino (v. Link) che è molto ispirato.

domenica, ottobre 24, 2004

OGNI RICCIO E' UN CAPRICCIO

Dovrei raccontare la storia di FdC e bimboYoshi alla "Ciocco-week" dell'Ipercoop, ma è meglio se lo fa Yoshi, perchè è lui il protagonista e quindi sa meglio com'è andata la cosa.

Se doveste descrivere i vostri capelli con un aggettivo, quale scegliereste?
Io "perfidi".
Esco la mattina che sono lisci (non degli spaghetti, ma dignitosamente e morbidamente lisci) e dopo 1 ora fuori me li ritrovo con le punte arricciata e boccolose.
Più da un lato che dall'altro logicamente.

sabato, ottobre 23, 2004

UN ERRORE DI VALUTAZIONE

Forse tendo a considerarmi ancora intelligente (nonostante l'evidenza dei fatti) perchè alle elementari e alle medie ero la bambina che leggeva di più. E perchè al liceo ero una delle 2 più brave e brillanti della classe.
Dovrei forse aggiornare la mia immagine mentale.

venerdì, ottobre 22, 2004

THE MERRY MAIDS

Oggi eravamo in tre: la Mona, la BiondaAcida e io. La Polly non c'era perchè a Casale c'era vento e faceva freddo,e i suoi le hanno detto di stare a casa, se no si ammalava.
Abbiamo passato una mattina in corridoio (e successivamente al Magenta per mangiare qualcosa prima di lezione) a parlare dei più disparati argomenti:
- la tesi di laurea del triennio: che fine ha fatto il progetto pratico sostitutivo?
- i ciellini setta religiosa
- la decandenza di Aldo Montano
- la scomparsa dello Smunto
- le raccomandazioni in tv (non solo in scena, ma anche dietro le quinte)
A questo proposito la Mona ci ha ricordato che la figlia di Rita dalla Chiesa aveva tentato di sfondere nel mondo delle sette note con un video in cui Frizzi (allora compagno della madre) faceva il gelataio. Un momento veramente kitch e trash di televisione che mi manca.

La conclusione a cui siamo giunte è stata che, a quanto pare, nessuno è capace di fare bene il lavoro per cui è pagato.
Come direbbe B.rioschi (in dialetto non so scriverlo): "Pasticcere fa il tuo mestiere"

giovedì, ottobre 21, 2004

LA PEGGIO GIOVENTU'

Noi di televisione siamo pochini: una quindicina di frequentanti. Meno di noi sono solo solo quelli di teorie dei media (circa 8). In ordine decrescente abbiamo quindi: giornalismo, pubblicità, cinema, televisione, teorie. A onor del vero non sono proprio sicura del secondo e terzo posto.

Noi di televisione siamo un po' l'ultima ruota del carro. Forse quelli di teorie sono messi peggio, ma sono solo in 8 e ne conosco solo una, che ha passato 4 mesi in vacanza a Cuba, quindi le sue eventuali lamentelenon meritano di essere prese in considerazione.

Noi di televisione siamo considerati la feccia del'università: non veniamo presi mai in considerazione (nemmeno da G.rasso, che ci preferisce quelle di lingue).
Probabilmente lo fanno per prepararci a quello che sarà il nostro destino se finiremo a lavorare nel quinto potere: disprezzati da tutti, accusati di essere fautori di un mondo di lobotomizzati debosciati senza valori, ideali e senso critico.

Noi vogliamo lavorare dietro le quinte: nessuno di noi 15 vuole fare l'attore, il presentatore, la conduttrice (anche se era il sogna della Polly bambina), la valletta. Quelli che hanno di queste aspirazione sono a cinema (denominazione completa: "Cinema, teatro, organizzazione di eventi"), e infatti hanno adattato l'offerta formativa con un bel corso di comunicazione in pubblico, ribattezzato da Tommy: "il corso veline".

In questo noi di televisione ci siamo io, la Polly, la Mona, la MonaFashion: per comodità potremmo chiamarci le Pink Ladies (MonaFashion ha un che di Rizzo). Del gruppo fanno apret anche la Silvia e la Mara, ma loro sono meno "pittoresche".
Di me non serve dire niente, della Polly nemmeno (anche se BillieGioia ogni volta che cito la Paola in qualche post non capisce chi sia). Mona e MonaFashion sono invece dei piccoli capolavori.

Mona viene da un paesino sperduto vicino a Vigevano.
Mona ha avuto un'adolescenza difficile: il liceo classico le ha imposto 5 anni di studio matto e disperato, ordine e disciplina. La sua formazione classicista emerge a Cultura Classica, quando presta la massima attenzione mentre noi starnazziamo parlando della tesi, di OC, di varie ed eventuali.
Mona ha il papà sardo e la mamma croata: questo fa sì che alterni momenti di pura follia ad altri di pura tristezza e malinconia.
Mona ama i ragazzi con un'aria bohemmiene (il suo bidello preferito è Lo Smunto), che sanno tante cose ma non se la sminchiano, che guidano grosse moto.
Mona vedendola oggi vestita così tranquilla non direste che al liceo girava in minigonna e stivalazzo, tanto da indurre un suo ex a considerarla una bambolina da portare alle feste.
Mona ha anche un fanclub.

MonaFashion è fashion: è persino una cintura con un'enorme rosa di ceramica come fibia.
MonaFashion fa pattinaggio e allena una squadra: siccome vuole vincere le gare cerca sempre di eliminare le bambine più piccole e incapaci.
MonaFashion soffre di attacchi di panico quando si trova in posti piccolo o affollati: prima di andare in discoteca deve prendere gli ansiolitici, così poi, vedendola totalmente fusa, pensano si sia calata l'impossibile.
MonaFashion deve guardare tutte le domeniche Buona Domenica per il suo laboratorio e ci ha insegnato la tecnica dell'abbraccio a sorpresa.
MonaFashion una volta ha incontrato alla serata fetish di una discoteca uno del nostro corso (che quindi chiameremo Compagno di Corso Preferito); uno che a lezione non le diceva proprio niente. L'ambiente lussurioso lo hanno caricato di un fascino perverso, e adesso quando lo vedo cerca di accoppiarsi con il banco o con il libro.
MonaFashion ha una sorella maggiore che, per festeggiare l'esame di psicologia sociale, la porta alla presentazione di un libro sull'Iraq.

Noi di televisione. Noi, la peggio gioventù.

RICORDI?

Non so cosa scrivere.
Volevo lanciarmi in un "C'era una volta..." e ricordarvi (e mi)del succo di frutta Billy che ha dissetato tanti miei pomeriggi da bambina.
Il succo di frutta Billy esisteva in due versioni: arancia e mela. Forse forse c'era pure quello all'uva, che io non ho mai provato.
La confezione consisteva in un brick bianco con davanti un'arancia (o una mela) personificata, che beveva a sua volte grazie a una cannuccia. La cannuccia del Billy era bianca e rossa, come un bastoncino candito natalizio.
Giunta a questo punto non so che altro aggiungere.

mercoledì, ottobre 20, 2004

ANARCHIA SUI BACHI DELL'UNIVERSITA'

Uno pensa: con quello che pago di retta l'università dovrebbe essere organizzata e un prodigio di efficenza.
Uno pensa.
Invece come dice mia madre a mio padre:"Tu pensi troppo".

Ore 10.30, lezione di lingua e letturatura inglese.
La prof ha la tipica presenza scenica e l'alone di potere della supplente.
Si comincia a parlare di un eventuale cambiamento di orario per evitare sovrapposizioni: guerra civile tra chi non vuole alzarsi 2 ore prima e chi vuole invece tornare a casa con un'ora d'anticipo. Non ho ancora capito chi ha vinto.
Si passa a un argomento più serio: il corso di inglese associato.
Siccome il corso si chiama "lingua e letteratura inglese", una qualche eminenza grigia (non identificata nè dagli studenti, nè dalla prof, nè dalla segreteria) è convinta che si debba fare un corso di inglese+ un corso di letteratura. Peccato che sulla guida di facoltà non risulti.
Un problema simile c'era già due anni fa, però allora il corso durava un anno(=10CFU). L'anno scorso aveva invece deciso che, per l'anno accademico 2003/2004, bastava avere passato l'esame del Selda per sostenere l'esame.
Quest'anno non si sa.
O meglio: sembra che quelli che hanno inglese prima lingua debbano fare il corso, gli altri no. Si diffonde il panico, perchè non si capisce il senso: abbiamo tutti inglese come seconda lingua, quindi che ce frega di chi ce l'ha come prima lingua?
Comunque: se il corso di lingua fosse obbligatorio, noi poveri studenti ci vedremo costretti ad avere 6 ore di lezioni per un semestre (quota standard di un esame annuale) in cambio di solo 5 crediti.

Durante questa avvincente discussione è emerso anche un paradosso che mi riempe il cuore di stupore di fronte al mistero della complessità della mente umana: una studentessa chiede come mai il corso non si fa in inglese. La prof risponde che il preside ha detto che non si può fare un corso in lingua perchè non tutti hanno le competenze linguistiche necessarie per capire tutto (es: c'è gente che al liceo ha studiato francese).
Ecco, a questo punto uno si chiede: ma Film Analysis non è in inglese? e non rientra sempre nel piano di studi di un corso di laurea della facoltà di Lettere? Perchè Film Analysi si può fare e letturatura inglese no?

La conclusione a cui sono giunta è che non c'è da stuprisi del caos che regna sovrano quest'anno se affidiamo la presidenza della facoltà a un vecchio di 70 anni che ha passato troppo tempo sulle sudate carte.

PS: (nel caso interessasse)FdC molla il corso di Film Analysis a favore dell'italianofono Filmologia. Non tanto per l'idioma in cui si tiene la lezione, ma perchè mi evito:
- i saggi da leggere di settimana in settimana
- i due saggi da scrivere
- 2 libri
- i film da vedere e commentare in classe.
A filmologia devo fare solo un libro (nemmeno tutto) + delle dispense (una quarantina di pagine)+ gli appunti. Inoltre la prof ha capito che:
- non vogliamo laurearci in cinema
- non sappiamo niente di cinema
- non capiamo niente di cinema, quindi la filmografia non è obbligatoria, che tanto non capiremmo le sottigliezze stilistiche.

martedì, ottobre 19, 2004

VOGLIO MANGIARE I BISCOTTI AL CIOCCOLATO MA YOSHI NON VUOLE

NB: post scritto in presa diretta e senza rileggere.

Giovedì scorso sono andata a "prenotare" il prof per la tesi. Ok, contando che voglio laurearmi a ottobre/dicembre 2005 forse ho cominciato un po' prestino, ma il prof è l'unico che fa un corso prettamente televisivo ed è quindi probabile che il la maggior parte di quelli di tv (vabbè che siamo tipo in 15) vogliono avere lui come relatore.
Siccome il lunedì una cretina che non aveva mai frequentato è andata a parlarci ho deciso che era il momento di correre ai ripari, prima di trovarmi a dover fare un'inutile tesi di letteratura o psicologia sociale.
Mentre esponevo la mia idea, il prof continuava a guardarmi con la tipica espressione "ma cosa sta dicendo questa?", per cui il mio discordo era costellato da intercalari tipo "se qualcuno non l'ha già fatta", "se le va bene", "se", "se", "se". Mi ero dimenticata che anche all'esame lui ti guardava sempre in quel modo, per poi dire, con espressione quasi sorpresa: "sì, va bene".
E così ha fatto anche giovedì, per cui è una settimana che continuo a lavorare alla scaletta per la tesi (deve mettere giù 4 o 5 punti che vorrei trattare e inviarglieli via mail): fermo restando alcuni punti fermi, continuo a modificarla incessantemente. Anche se dovrò precisargli che è provvisaria, chè devo vedere poi gli articoli/saggi/testi che trovo. A questo proposito: uno di questi giorni devo bloccare il prof di comunicazione aziendale per chiedergli se mi può dare qualche informazione per la bibliografia.

E adesso vado in biblioteca (ho scoperto che ce n'è una in Piazza Sicialia) a vedere se hanno una copia di "Paisà"

lunedì, ottobre 18, 2004

LISTA DELLA SPESA

- in zona Fiera non esiste una biblioteca comunale. Le più vicine sono: quella di via Quarenghi (circa 4 fermate di metro) o quella vicino a SanSiro (raggiungibile con non so quale mezzo).
- se arrivi al bar Magenta all'una e mezza, non trovi un tavolo libero e nemmeno le verdure (a parte le patate, che però rientrano nella quota carboidrati).
- i collant comprati all'Upim per 3 euro sono più morbidi di quelli da 7 euro di Cavallini (o similia).
- lo straniamento brechtiano si può tranquillamente sperimentare anche a lezione, con uno studente che fa il suo intervento/domanda in francese e il prof che risponde in inglese.
- sto diventando vecchia: lo capisco dal fatto che tengo la pancia coperta con i collant (di solito li arrotolo per non farli sbucare fuori dalla gonna) e che mi danno fastidio le scritte senza senso fatte sugli edifici (soprattutto se sono di recente costruzione/ristrutturazione).

domenica, ottobre 17, 2004

GIOCHIAMO?

Giochiamo all'associazione concatenata di idee?
Io dico una parola, il primo che commenta dice la prima parola che gli viene in mente sentendo quella che ho pronunciato io, il secondo associa alla parola del primo un'altra parola e così via.
Potete partecipare più volte, basta che i turni non siano adiacenti (ovvero: non potete associare una parola a quella da voi scritta).
Sperando che si sia capito il procedimento, pronti? Si comincia.
Io dico "lavagna"

giovedì, ottobre 14, 2004

IL MIO CONTRIBUTO PER UN MONDO MIGLIORE

Ho deciso di utilizzare la mia innata frivolezza e le mie frivole conoscenze per fare del bene.
Non potendo emulare Alicia Silverstone in "Ragazze a Beverly Hills" e trasformare una maschiaccia disegnatrice di fumetti proveniente da un paese sperduto in una ragazza perfetta e alla moda dei quartieri alti, cercherò di portare i segreti della cosmesi nelle case di chi non ha avuto modo di maturare una cultura prettamente femminile come la mia.
Naturalmente nessuna potrà raggiungere il mio sapere: certe vette si possono toccare solo leggendo i manuali di trucco di Jill Cagnè a 8 anni.

OT: Jill Cagnè mi ha creato degli scompensi per due motivi:
- per colpa sua ho cominciato a strapparmi le sopracciglia. Quella che inizialmente era curiosità si è poi trasformata in autolesionismo, per cui nella fototessera di FdC a 10 anni si può notare come manchi un sopracciglio (a eccezione della parte inziale più vicina al naso);
- a 8 anni in casa avevo solo un ombretto azzurro e una verde (i classici ombretti giocattolo per bambine), ma Jill definiva questi colori "difficili" da portare e ne sconsigliava l'uso. Usarli mi ha fatto sentire un'eretica.

Per questa prima lezione mi limiterò a darvi due soli consigli: sono pochi, ma grazie ai ad essi anche acqua e sapone splenderete come un trifoglio bagnato di rugiada, colpito da un raggio di sole la mattina alle 7 (ora legale).

Il primo segreto l'ho letto su Donna Moderna, e lo condivido con Kate Winslet.
Kate Winslet all'epoca aveva appena fatto Titanic: allora era burrosa, non come adesso che ha il fisico di un caciocavallo, e le sua labbra morbide erano considerate dagli esperti del settore delle belle labbra.
Per avere labbra belle come le sue basta un gesto molto semplice: mettere tanto burrocacao prima di andare a dormire. Attenzione! Non dovete spalmarlo in fretta e furia da un angolo all'altro, ma passarlo dall'interno della bocca verso l'esterno (o, più corretto, dall'alto verso il basso per il labbro inferiore, e dal basso verso l'alto per quello superiore).
Questo metodo di applicazione aiuta, ma naturalmente non può fare miracoli: se avete le labbra sottili non diventeranno dei canottini, però saranno un po' più polpose e una passata di gloss (quello liquido da stendere con il pennellino o da spremere dal tubetto) accentuerà la rotondità.

Il secondo segreto l'ho letto invece su Yes.
Lodando la bellezza di Natalie Portman (quella di "Leon" e il remake di "Star Wars"), la rivista diceva che, per avere capelli luminosi e splendenti come i suoi, non bisogna farsi tentare da tinte e permenenti, che rovinano il capello.
Se ormai avete ceduto alla tentazione (certe cose bisogna saperle a 15 anni) il mio personale consiglio è un bell'impacco con la maschera ai semi di lino e cristalli liquidi della Bilba (mezzo chilo costa meno di 4 euro all'Ipertosano, 5 se lo prendete in posti tipo Acqua&Sapone), che è una mano santa per i capelli e come nome fa meno schifo che non il midollo di bue che usava mia madre 10 anni fa.

mercoledì, ottobre 13, 2004

IL CUORE NEL PALLONE

I bei momenti di televisione non finiscono mai.
Alle 2 di pomeriggio la televisione non mi proponeva niente di adatto al pranzo. Ho deciso così di fare del bene, e ho guardato un pezzetto di Campioni.
Ecco cosa ho visto:
- alcuni calciatori e le PR che giocavano al gioco dei nomi, come al liceo nelle ore buche;
- un calciatore solitario che guardava Passaparola e inveiva contro la concorrente, che al gioco delle Parole Impossibili non riusciva a dare la risposta corretta (Vetriolo).
- la scena madre, un momento di una bellezza infinita, il senso della vita racchiuso in una stanza: com'è triste dirsi addio.
Un calciatore, con un cognome tipo Gullo, ha chiesto di vedere la sua ragazza.
Lei arriva e subito si dice preoccupata, perchè lui erano due settimane che non si faceva sentire.
Lui incomincia con il discorso più vecchio del mondo: "Da quanto è che stiamo insieme?"
"...sei mesi...", risponde lei con voce flebile
"...forse abbiamo sbagliato a stare subito insieme, stare sempre insieme, cioè, io non sono abituato, adesso sono qui solo...tu hai 30 anni, io ne ho 24, non voglio illuderti, perchè io ti voglio bene e non voglio farti soffrire..."
"...io sto già soffrendo..." comincia a singhiziozzare lei
"...cioè...forse è meglio se...beh, io ho bisogno di stare solo, forse è meglio...anche per te, perchè io ti voglio bene"
A questo punto lei comincia a piangere disperata e fra lacrime ripete che lei ha già sofferto tanto, ma se lui vuole quello non può costringerlo con la forza a stare con lei.
Gullo, commosso dal pianto della sua bella, la stringe a sè e, accarezzandole i capelli, le dice sorridendo che "No no, io non ti lascio mica, io non ti posso lasciare"
Giuro che mi sono commossa (vabbè che ultimamente piango per qualunque cosa...)

LA GATTA FRETTOLOSA SI BAGNA IL SEDERE

Oggi la Paola mi ha insegnato che se fa freddo ti scappa di più la pipì.
Forse il senso della sua frase non era questo, però l'ho capita così e come tale ho immagazzinato la nozione.
Oggi pomeriggio ne ho avuto la dimostrazione empirica.

Ero seduta in sala che ricopiavo degli appunti quando arriva l'idraulico, chè tra scaldabagno fumogeno, rubinetti e wc che perde, casa mia si sta decomponendo e bisogna mettere a posto, se no mamma sclera.
A un certo punto sento un impellente impulso ad urinare; siccome il bagno più vicino era occupato dall'idraulico, sono andata al piano di sopra.
Mi siedo sulla tazza e comincio a fare pipì, con una forza e una potenza tale da fare invidio a NiagaraYoshi.
Mentre sono lì che provo l'ebrezza di una vescica che si svuota (che meraviglia!)sento dei passi per le scale.
No!!!! Stanno salendo su perchè mio padre vuole fare vedere il water che sgocciola!
Due pensieri:
- non ho chiuso a chiave;
- non ho nemmeno acceso la luce, in modo da segnalare che il bagno è occupato.
Un'immagine:i due che entrano mentre io sono seduta beata a espletare il mio bisogno piccolo.
Lesta come una faina prendo la carta igienica ma, per la fretta, ne strappo solo un pezzo piccolo. Vabbè, me lo farò bastare per asciugarmi.
Asciugo velocemente e butto la carta nella tazza.
Mi rimetto a posto mutande e pantaloni, ma mi sento bagnata dietro. Vuoi vedere che non mi sono asciugata bene e qualche goccia è scivolata dietro?
Tasto un po'... e scopro che la carta igienica non è finita nel water, ma nell'elastico delle mie mutande.

Oggi ho anche imparato che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi.

martedì, ottobre 12, 2004

"Temaki, Teppanyaki, Yakitori, Tekka Maki, Teriyaki..."

Sabato sera siamo andati a mangiare al ristorante giapponese (buono: mica è vero che sapeva tutto di sapone).
Domenica, durante il viaggio di ritorno, non ho fatto altro che leggere il menù che mi ero portata via (il ristorante fa anche da take-away), imparando che Amaebi è il gambero crudo e e Ebi il gambero cotto. Caviale si dice Ikura.
Poi la notte una cazzo di zanzara che continuava a ronzarmi nell'orecchio mi ha svegliato. Erano le 3.20.
Nel momento in cui sono il mio sonno è stato interrotto, nella mia mente ha cominicato a scorrere il menù giapponese. Continuavo a ripetermi nella testa: "Temaki, Teppanyaki, Yakitori, Tekka Maki, Teriyaki..."
E non riuscivo a riaddormentarmi, perchè la zanzara continuava a ronzarmi nell'orecchio.
"Temaki, Teppanyaki, Yakitori, Tekka Maki, Teriyaki..."
Allora ho messo la testa sotto il cuscino, nella speranza di non sentire, ma l'unica cosa è che mi è venuto una sorta di mal di mare.
"Temaki, Teppanyaki, Yakitori, Tekka Maki, Teriyaki..."
Ho rimesso la testa fuori dal cuscino, ma non riuscivo a riprendere sonno, perchè conitnuavo a ripetermi:"Temaki, Teppanyaki, Yakitori, Tekka Maki, Teriyaki..."
Ho cominciato allora a pensare che la zanzara fosse attratta dalle vibrazioni che emanavo pensando alla cucina giapponese, e ho dovuto fare uno sforzo enorme per riuscire a pensare a qualcos'altro.

La cucina giapponese crea dipendenza.

lunedì, ottobre 11, 2004

BELLA SCOPERTA

Questo terzo anno di università è la dimostrazione che non c'è mai limite al peggio.
Mi trovo un piano di studi che contempla corsi fuffa e inutili (non me ne frega un cazzo di pagarmi 6 milioni per farmi una cultura. Se voglio scoprire la cultura classica, il teatro, il neorealismo ci penso da me), che comportano un dispiego notevole di tempo ed energie.
L'annata '83 è riuscita a beccarsi in pieno tutte le riforme scolastiche e universitarie possibili ed immaginabili.
Quest'anno mi toccano le lezioni in inglese, modello campus americano, con tanto di esercitazioni a casa e paper di 3/4 pagine su un film visto o un articolo letto.
Potrei accettare la cosa se si tratasse di corsi interessanti, inerenti al currriculum tv e nuovi media. E invece no: mi tocca un semestre di lezioni in inglese sul neorealismo e l'analisi di film e 20 ore di lectures su "Aspettando Godot".
Perchè?
1) perchè "l'università Cattolica vi vuole offrire qualcosa di più delle altre università, qualcosa di più europeo: un corso in inglese".
La cosa bella è che i corsi sono di Film Analysis e Drammaturgia, mentre letturatura inglese si fa in italiano.
2) perchè il prof insegnerà il secondo semestre a Yale e vuole "collaudare il corso".

Fare un corso di cinema mi fa essenzialmente schifo. Io e il cinema siamo due mondi diametralmente opposti. Ok, posso andare a vedere qualche film ogni tanto, ma solo in mancanza di meglio (o perchè fa freddo e non ho voglia di passare un pomeriggio a ghiacciare passeggiando senza meta per Milano). Di certo non ho una passione per queste cose, nè mi impegno in giudizi estetici e dissertazioni sul tema. Considero inoltre un po' "strani" quelli fissati con il cinema: nella maggior parte dei casi sono degli inetti a vivere che, invece di agire, preferisco guardare la vita altrui o crearsi un altro mondo. In generale come tutti gli spiriti troppo artistici.

Vabbè, comunque, a causa di questa frenetica vita universitaria, non è detto che scriva un post tutti i giorni: i miei neuroni saranno già impegnati a pensare a cosa cavolo scrivere per quel cazzo di corso.

domenica, ottobre 10, 2004

ALI DI GABBIANO NATURALI

Depilarsi le sopracciglia non è un'attività prettamente femminile: anche gli uomini dedicano parte del loro tempo a eliminare i peli superfluei in questa zona. Ma mentre gli uomini si limitano ad arginare il fenomeno del monociglio, le donne fanno della depilazione un'attività artistica: non per niente si parla di "disegno delle sopracciglia".
Come ogni donna sa, esistono diverse forme, ognuna delle quali si adatta a un particolare tipo di viso, a un particolare taglio di occhi, a un dato periodo storico: le sopracciglia totalmente depilate, sostituite da un tratto di matita ci rimandano agli anni '60, mentre quelle ad ala di gabbiano (come quelle di Audrey Hepburn) sono un classico senza età.
Ogni rivista femminile che si rispetti dedica almeno un servizio all'anno alla nobile arte di depilarsi le sopracciglia, fornendo consigli e indicazioni quali:
- passare un cubetto di ghiaccio sulla zona per desensibilizzarla;
- non passare un cubetto di ghiaccio sulla zona perchè se no si chiudono i folicoli e lo strappo è più doloroso;
- mettere del nastro di carta sopra le sopraciglia per provare il disegno che vorremmo, in modo da valutare se si adatta al nostro viso;
- prendere una matita, appoggiarla ai lati del naso ed eliminare i peli che fuoriescono, appoggiarla poi alla coda dell'occhio ed eliminare i peli che vanno oltre;
- disegnare con una matita bianca la forma desiderata, in modo da avere una sagoma da seguire.

Da parte mia posso aggiungere all'argomento che, mentre quando siete a casa e avete a disposizione una pinzetta non sembrano sbucare nuovi peli disordinati, appena passate anche solo un weekend fuori e non avete a portata di mano l'indispensabile strumento, vi ritroverete con una ricrescita selvaggia.

venerdì, ottobre 08, 2004

MASSIMA ZEN METROPOLITANA

La putrescenza delle foglie cadute esalta l'aroma della cacca di cane.

Meditate questa massima durante il week-end.

giovedì, ottobre 07, 2004

SECONDO VOI

"Secondo voi" potrebbe adottare come sottotitolo "l'opinione che non cercavi" (un po' come il Pentolone).
Per chi non lo sapesse, "Secondo voi" è la striscia quotidiana di informazione/attualità di Mediaset, che va in onda alle 8.50 su Canale 5 e alle 12.15 su Italia 1.
Questo bel programma è condotto da Paolo del Debbio, giornalista del Giornale, docente allo IULM (e a questo proposito magari la Vera ne sa qualcosa in pù) e membro di Forza Italia.

Il programma si articola in tre parti: introduzione dell'argomento del giorno da parte di Del Debbio, intervista alla gente comune in due città diverse (solitamente una del nord e una del centro/sud), chiusura del giornalista.
La particolarità del programma non sta quindi nè nella struttura, nè nelle riprese (abbiamo un semplice piano americano- spero di imbroccarlo. Fortuna che dopo Film Analysis non potrò più fare questi errori), ma nel linguaggio utilizzato. Del Debbio, che è un esperto di comunicazione,sa che il suo programma si rivolge alla casalinga di Voghera e al pensionato di Aci Trezza, per cui adatta i contenuti, il lessico e la parlata alle loro presupposte capacità mentali. Purtroppo questo sfugge alle persone comuni, che non possono fare altro che considerare Del Debbio un incompetente e/o dislessico e/o analfebata e/o deficiente senza arte ne parte.

FdC, che pensa sempre a voi, vuole consentirvi di farvi un'idea vostra, e quindi pubblica la trascrizione (*) di parte della puntata di martedì 5 ottobre, dal titolo "Il computer ci cambia la vita?"

(*) per ovvi motivi non si potrà analizzare il linguaggio non verbale e paraverbale. Questa limita la compresnione dell'essenza della comunicazione di Del Debbio. Per questo motivo vi invito a prendere visione almeno una volta del programma.

" Buongiorno. Oggi parliamo di computer.
E' un po' di tempo che in Italia si parla della questione dell'innovazione, della ricerca, del fatto che c'è un'arretratezza tecnologica e anche da parte del governo si parla appunto della necessità, e anche con azioni concrete, di andare avanti sul fatto che bisogna essere più aggiornati tecnologicamente. Bisogna conoscere di più le nuove tecnologie perchè queste consentono di fare passi in avanti nella graduatoria delle nazioni più evolute e anche poi nell'economia, insomma in tante cose.
Sentiamo anzitutto se la gente usa il computer se lo conosce sentiamo cosa ci hanno detto.
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Avete sentito, naturalmente ci sono pareri diversi, pareri discordanti, insomma diversi punti di vista più che pareri discordanti.
C'è chi, un'anziana che ci dice che non lo sa usare ma vorrà fare un corso perchè si sente tagliata fuori, ehmmmmm... molti dicono che se non si sa usare il computer con più difficoltà si trova lavoro, alcuni naturlamente esagerano e lo ritengono una droga, si sa che c'è gente che passa davanti al computer tanto tempo [...]"

mercoledì, ottobre 06, 2004

OSSERVATORIO MdF

Tutti i reality di Maria hanno un difetto: trattandosi di fasce di breve durata e potendo contare su materiale quasi infinito (le riprese di giornate intere), finisce che, appena scoppia una lite, questa viene spalmata su più giorni, provocando un'alterazione temporale.
Tutto questo per dire che non capisco più un cazzo: la mia piccola mente era rimasta che sabato 2 ottobre si sarebbe tenuta l'inaugurazione dei negozi di Roberta e Francesco, mi aspettavo quindi che la puntata di lunedì di "Uomini e Donne" sarebbe stata dedicata alla visione dei filmati relativi all'evento, commentati dai protagonisti e dalle allegre comari di Cinecittà.

Non è stato così: lunedì accendo sul 5 e mi trovo la ex moglie di Gullit che dice che "l'amore ha un solo colore", quindi anche se lei preferisce i ragazzi di colore, non discrimina quelli bianchi (o più verosimilmente, trattandosi di un programma di Maria, quelli arancioni carotene). (NB:la signora è caucasica e bionda).
La puntata di "Volere o Volare" era invece dedicata all'allestimento dei negozi. Un appunto: andiamoci piano con l'originalità, ragazzi. Entrambi i negozi hanno voluto osare e hanno optato per il tutto bianco con sprazzi di nero e tappeti rossi nei camerini. Capisco che avessero pochi soldi, ma non credo che l'acquisto di vernice arancione (tanto per dire un colore) avrebbe fatto sballare il conto.

Martedì pomeriggio, fiduciosa, mi piazzo sul divano. E cosa mi propone Maria? "Magari mi fidanzo", l'evoluzione del gioco del tronista: in parallelo alla scelta del ganzo si prepara il fidanzamento ufficiale, con tanto di inviti, anello, vestiti eleganti. Il giorno del ricevimento la nostra bella aspetterà nel salone delle feste, circondata dai suoi cari, il ragazzo da lei scelto, che potrà anche non presentarsi.
La bella figheira della situazione è Luana, ventiduenne con figlia di tre anni a carico. I fedeli spettatori di "Uomini e Donne" la ricorderanno per essere arrivata in "finale" con Valentina (dai, Valentina sì che ve la ricordate: è quella che quest'estate voleva prendere la patente a "Volere o Volare" per poi investire Antonello che non l'aveva portata con lui in Sardegna), che poi è stata scelta da Antonello come "compagna di vita"
Luana, nel filmato di presentazione, ci comunica che lei ha molto sofferto per non essere stata scelta, ma che l'esperienza le ha insegnato a tenere i piedi per terra: per tutta la puntata non farà altro che ripetere "Un passo alla volta, piano piano".
A "Volare o Volare", invece, Francesco, che non è riuscito a finire il negozio in tempo, decide fra due penitenze di passare la mattina dell'inaugurazione a scaricare pesce; l'altra opzione era ritardare l'apertura di un'ora, penalizzando Katia (la sua PR) nel raggiungimento del suo obiettivo.
Commento a margine: per quale motivo chiamare la propria madre per comunicarle che sabato mattina alle 4 vado a scaricare il pesce?

martedì, ottobre 05, 2004

BON TON

Non si parla nemmeno implicitamente di pillola a tavola.

OGNI GIORNO E' IN ATTO UNA GUERRA CIVILE

Ieri pomeriggio Angela Cavagna continuava a ripetere che "Si sa che le magre non mangiano".
E che cazzo, potrà esistere una minoranza di persone che hanno un metabolismo veloce o no?
E poi è tremenda questa cosa che, invece che combattere gli stereotipi, non si fa altro che semplicemente ribaltarli, demonizzandosi vicendevolmente. E questo vale per le piccole come per le grandi cose.

I mass media propongono donne magre e non formose?
A parte che non sono le formose ad essere "escluse", ma le tipe in sovrappeso, quelle che hanno sì tette e culo, ma anche una vita a tronco, perchè di maggiorate ce ne stanno eccome.
Comunque: siccome le tipe cicciottelle/cicciotte/grasse si sentono non considerate, ecco che si decide di ribaltare lo stereotipo "agli uomini piacciono le magre" con quello "agli uomini piace la donna in carne, morbida, femminile, mica i manici di scopa senza curve".
E' possibile non iniziare una lotta civile, non litigare su chi sia meglio e capire che a qualcuno piaciono magre, a qualcuno in carne e a molti non gliene frega molto di come sei una volta che ti conoscono meglio (o gliela dai)?

Questo tipo di atteggiamento vale anche per questioni più serie.
Prima si crea lo stereotipo del musulmano cattivo, violento, terroista che ammazza la gente.
Poi si risponde a questo giudizio proponendo lo stereotipo dell'uomo bianco cattolico, conquistatore, razzista e capitalista, e vai con "Chi è meglio di chi?".

Ci decidiamo o no a capire che non esiste una categoria migliore dell'altra, ma solo individui, ognuno con i suoi pregi e difetti? E che le pecore nere ci stanno in ogni famiglia, ma non vuol dire che tutte la famiglia sia marcia?

LEOCIAO



Scusate, ma io non rinuncio ai referrers di quelli che cercano Leociao di The Club.
Avetem visto che anche la Gialappa dedica una parte di Mai dire Grande Fratello ai nostri amici come Sony1?

NB: questo non è il post di oggi.

lunedì, ottobre 04, 2004

GENTE CHE VA, GENTE CHE VIENE

Sandrino (quello che conduceva Play su All Music e faceva pure Ziggie su Italia1) è passato ad MTV, che finalmente può vantare un veejay carino e simpatico. Spero non me lo rovinino...

DI OSTRICHINE UN BEL GRUPPETTO

- Cattomutter è rimasta indietro con lo stiraggio e adesso il cesto della roba da stirare sta per esplodore. Quando Cattomutter se ne accorgerà, esploderà anche lei.

- Entro domani devo trovare le palle per chiamare l'agenzia di pubbliche relazioni.
Il problema è che io odio parlare al telefono con la gente, ma, per quanto il dottor A. abbia detto che se mi presento bene (ovvero non ho tatuaggi, capelli strani e piercing) potrei anche andare direttamente là, non mi sembra proprio carino presentarmi davanti al dottor V. senza nemmeno uno straccio di appuntamento.

- il nostro antiquato scaldabagno è messo in una posizione tale per cui il tubo di uscita si piega ad angolo quasi retto, provocando qualche fuoriuscita, come testimoniano i baffi di nero sulla parete. Adesso si sente anche un odore che non so definire, ma ricorda un po' la vecchia cucina economica a gas che avevamo al lago.
Per sicurezza ho spalancato la finestra della cucina.

- alla domanda: "Ma cosa ti manca in questa casa? perchè vuoi andare a vivere con Guido?" Maria avrebbe dovuto rispondere a nonno Libero: "La privacy", non "Niente nonno".
Nonno Libero poi, invece che fare il vecchio lamentoso ed egoista stile "bravi, bravi, tutti abbandonano un povero vecchio" e dire che "quando avrete la mia età capirete cosa provo" dovrebbe cercare di fare uno sforzo di memoria e pensare a quando lui era giovane: anche lui se ne è andato via di casa per costruirsi una propria vita.

- se a colazione mangio i cereali con il latte freddo poi alle 13.40 mi viene la sciolta. All'inizio pensavo fosse colpa della crusca e l'ho buttata via, ma venerdì ho visto che anche con il muesli croccarello succede lo stesso.

domenica, ottobre 03, 2004

RICOLLEGANDOMI AL POST PRECEDENTE

Lo ammetto: la prima cosa che guardo in un ragazzo è come si veste.
Sono superficiale? Probabilmente sì, ma non mi sento tale, in quanto, il mio giudizio estetico non mi porta a discriminare a priori i non-fighi, ma i fighetti: io non potrei MAI provarci con un fighetto, nè tantomeno mettermici insieme. Insomma: non credo di avere niente da spartire con uno con capelli gellati (peggio ancora se mechati), l'abbronzatura artificale perenne, la felpetta aderente con zip con qualche bella scritta davanti, i pantaloni con il cavallo basso con magari la scritta "RICH" sulle natiche e la mutande sempre di fuori.
Questo vuol dire che il 70% dei ragazzi della Cattolica non vengono da me considerati dopo una prima occhiata classificatoria, per quanto carini possano essere.Paradossalmente è più probabile che degni di una seconda occhiata (quella che ti fa dire "beh, però ha un suo perchè...") uno sfigato che non uno di questi bellocci alla Costa.

Fortuna che Yoshi la prima volta che ci siamo visti aveva su un bellissimo cappotto nero lungo, e i ragazzi con il cappotto nero lungo sono sempre stati la mia passione da quando avevo 13 anni.

venerdì, ottobre 01, 2004

CHI SONO IO

sottotitolo: i test di Dipiù

Ogni settimana su Dipiù c'è un test di Marco Rossi; andando io pazza per i test, non me ne lascio scappare uno.
Peccato che ogni volta mi dia sempre come risultato che sono una zozzona che pensa solo al lato fisico della relazione.
Questa settimana il titolo del test era: "Che cosa preferisci del tuo partner?", e i profili erano 3.
Tra occhi, mani e fondoschiena, quale sono risultata essere? Esatto, il fondoschiena.

Riporto il testo della soluzione:
"siete persone attente all'aspetto sensuale della vita e alla soddisfazione dei vostri bisogni o desideri. Del partner apprezzate soprattutto le caratteristiche che lo rendono unico ai vostri occhi, nella vita intima. Siete edonisti e passionali, anche se talvolta siete un po' troppo impulsivi.
La vostra attrazione per il fondoschiena rivela un temperamento non condizioanto da canoni estetici, ma molto più simbolico e legato a istinti primordiali. Questa componente a volte troppo poco razionale del vostro carattere ha bisogno di essere tenuta a freno con un pizzico di di poesia e romanticismo: ricordatevi che di sera, insieme al partner, può essere bellissimo ed emozionante anche soltanto fermarsi a guardare le stelle."

Beh, almeno il test sulla fedeltà ha dato come risultato che non sono a rischio tradimento perchè ho un forte senso del dovere e rispetto il mio uomo :)
Comunque cercherò di migliorarmi e la prossima volta che Yoshi viene a Milano passeremo la sera a guardare i lampioni (a Milano si vedono al massimo quattro stelle e le luci degli aerei)