mercoledì, maggio 30, 2007

QUESITO DELLA SUSY

Circa un mese fa ho comprato "The Corrections" di Jonathan Franzen: avevo voglia di un libro in inglese, e questo continuava a guardarmi da mesi, anche perchè alla FNAC non è che ci sia molta scelta se si escludono i romanzi di Grisham e simili. Siccome mi ricordavo che la Bignardi e il Corriere della Sera ne avevano sempre parlato bene, alla fine ho ceduto.

Ho cominciato a leggerlo in treno, di ritorno da Monaco, e durante il viaggio in treno ho proseguiti speditamente nella lettura che, dopo un inizio ostico (come tutti i libri in lingua originale che vadano al di là della chick lit), aveva cominciato a prendermi.
Poi arrivata a casa ho dovuto lasciare il libro in stand by, causa tesi da finire e preparativi per l'inaugurazione del centro nuovo. Durante questo mese la lettura è quindi proseguita sporadicamente, per cui adesso mi trovo a pagina 412 (circa a 2/3 del libro) ma assolutamente non coinvolta dal libro.

Fino ad oggi gli unici due libri che non ho finito di leggere sono stati "Il vento fra i salici" (a 10 anni, abbandonato al secondo capitolo perchè non me ne fregava niente di una talpa che doveva fare le pulizie) e "il signore degli anelli" (a 18, lasciato lì dopo il primo libro perchè mi avevano confessato che l'andazzo non migliorava andando oltre: era un libro "di ambientazione", e a me le descrizioni di boschi, grotte, vallate e altri elementi naturali non mi fregano.

Cosa faccio? Lascio perdere e passo ad altro o mi impunto e lo finisco?
Un'alternativa potrebbe essere comprarlo (o farmelo prestare) e finirlo in italiano.
Devo farmene una ragione: i libri impegnativi è meglio se li leggo in italiano, che anche se sono narrativamente complessi almeno non ho anche l'ostacolo della lingua da affrontare.

sabato, maggio 26, 2007

QUELLI CHE...

Avete presente quelli che: "Ah, sei di Torino/Roma/Milano/Napoli? Allora conosci mica Giulio?" ?
Ecco, esiste una Milan upgraded version che, sentendo che voi siete di Milano, non può fare a meno che pensare "Milano =Hollywood = veline e calciatori": questo tipo di persona è convinta che TUTTI quelli che abitano a Milano passino la loro vita ad andare nei locali dei vip, probabilmente perchè se loro stessero in città passerebbero le loro serate a cercare di intrufolarsi nei privee dell'Hollywood. A questo tipo di persona non viene in mente che magari voi siate un essere asociale, che non va a ballare, non fa aperitivi e passa le sue serate a guardare la tv. Quando scopre che voi non sapete niente del bel mondo, non può che restare profondamente deluso, un po' come una che, convinta della superiorità dimensionale dei peni africani, si trovasse davcanti un uomo di colore normodotato.

Passiamo dal generale al particolare: quanto segue è un dialogo avvenuto in settimana fra me e la commessa di un negozio.

"Ma tu non sei di qui, vero?"

"No, sono di Milano"

"Ma dai! L'altra sera ho visto Lucignolo e facevano vedere quel ristorante dove vanno tutti i calciatori! Com'è che si chiama?"

"...mmm...non lo so..."

"Oh...beh, poi hanno fatto vedere quell'altra discoteca, l'Hollywood, e poi un'altra dove vanno sempre i vip, adesso non mi viene in mente il nome, dai...come si chiama..."

"Quella di Cavalli?"

"Boh, non so.. ma tu non ci sei mai andata? Si vedono tanti vip in giro a Milano?"

"... beh, io non è che andassi tanto per locali, però ogni tanto in giro, qualcuno... Non so, una volta ho visto Amadeus con la fidanzata"

La povera commessa è rimasta fortemente delusa.
Le è tornato il sorriso solo quando ho detto che ero andata a fare il pubblico a Passaparola e avevo visto che le Letterine, per avere le tette più alte e vicine, indossavano reggiseni di due taglie in meno, con l'allacciatura che gli saliva quasi fino al collo.

martedì, maggio 08, 2007

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Forse quando avrò finito la tesi sarò più presente.
O forse lo sarò quando sarò single, disoccupata e a casa con i miei.