martedì, novembre 30, 2004

LA MENSA DELL'ASILO

Grazie alla mia mamma non lavoratrice, ho avuto la fortuna di non dover fare il tempo pieno e poter tornare a casa per pranzo quando ho cominciato il modulo: questo mi ha evitato 5 anni di mensa scolastica.
Le mie infanti papille gustative hanno comunque avuto modo di assaporare le "prelibatezze" che il comune dava ai bambini dell'asilo.
Della mensa dell'asilo mi ricordo che era un enorme stanzone al secondo piano (almeno non dovevo mangiare con le pantegane come alle elementari) e che, nonostante ci fossero portefinestre, era buio.
All'asilo potevi bere o l'acqua o il latte o la spremuta fatta con arance vere. La spremuta era in due brocche di plastica (una verde acqua e una azzurra) e potevi prendertela da solo; tenendo conto della coordinazione motoria dei bambini piccoli il disastro era garantito.
All'asilo mi ricordo che facevano:
- la pasta con il sugo con dentro i semini che fanno *gnic gnic*(e da 15 anni costringo mia madre a usare la vellutata, senza bucce, senza semi);
- il minestrone con i crostini (abbastanza buono);
- la pasta con le lenticchie (che mi piaceva tanto);
- la polenta (buonissima);
- le patatine fritte (che secondo me erano quelle a fiammifero del sacchetto cotte).
- la sogliola fritta (ricordata dopo un lungo sforzo di memoria. Visto che è l'unico secondo che ricordo deve essere il mgilore, vista la mancata rimozione).
Dopo pranzo ci si lavava i denti e si andava a giocare in giardino (che confinava con la casa di riposo) e quando si finiva la pausa e si tornava in classe, la maestra ci dava i biscotti: i tarallucci (che da piccola non mi piacevano mentre adesso mi fanno impazzire) e dei frollini a forma di animale.

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