lunedì, novembre 15, 2004

SCHERZI DEL DESTINO

La gravidanza indesiderata è uno dei topos preferiti dalla fiction seriale italiana e non.
In ogni serie c'è sempre almeno un personaggio che si ritrova per sbaglio incinta.
Ieri era Rebby in "Un medico in famiglia".
Anni fa era Lisa Bonelli in "Vivere" e prima ancora Steffi in "Un posto al sole".
Due settimane fa Silvia in "Paso Adelante", dove settimana prossima toccherà a Diana dopo una notte di sesso con Juan.
Anche Teresa ("The =O.C.") resterà incinta.
Poi naturalmente c'è la gravidanza gemellare fuori programma della signora Campbell e quella fortuita ma gradita di Lucy.
A parte "Settimo Cielo", dove la lobby integralista cristiana ci trasmette il messaggio che la pillola non è mica sicura come crediamo e quindi si dovrebbe fare sesso solo se si è pronti a diventare mammine e papini, le altre serie ci lasciano con una grande curiosità: come diavolo hanno fatto ?
Hanno fatto sesso, e fin qui ci siamo tutti, ma cosa non ha funzionato?
Siete dei pirletta come il 51% dei giovani italiani e avete fatto il salto della quaglia?
Il preservativo si è sfilato? Era bucato? Era stagionato come una forma di grana?
Ti sei dimenticata di prendere la pillola? Hai avuto vomito o problemi intestinali entro 3/4 ore dall'assunzione?
Nessuno, all'interno della fiction, se ne esce con la ovvia domanda: "ma non hai usato precauzioni?", come se restare incinta trascendesse le responsabilità personali e dipendesse solo dal volere divino e dalla fortuna.
La fiction, che in molti dei casi citati si rivolge ai giovani, invece che fornire delle informazioni sui metodi contraccetivi, svolgendo un'importante azione di alfabetizzazione sessuale, presenta la gravidanza come un incidente di percorso la cui unica soluzione è l'aborto, in modo tale da demonizzare il sesso, caricare di ansie e paure i ragazzi e giustificarsi con i moralisti bigotti ("vedete? i personaggi della nostra serie fanno sesso fuori dal matrimonio, ma poi qualcuno viene punito").
Ora, probabilmente l'intento è quello di mettere in guardia i ragazzi sulle conseguenze delle loro azioni, ma invece che metterli di fronte al fatto compiuto, non sarebbe più utile e sensato fornire attraverso la narrazione un'educazione sessuale per vivere serenamente e con responsabilità il sesso?

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