venerdì, gennaio 21, 2005

LA SCUOLA ITALIANA VS QUELLA AMERICANA

Dovete sapere che io sono un'appassionata di film tv sull'anoressia credo che si possa ricondurre il tutto alla prima puntata di Amico mio, dove c'era una bambina anoressica/bulimica che non voleva crescere perchè se no sua madre moriva e lei restava sola. Mi ricordo che dopo quell'episodio ho passato un mese a guardarmi la schiena allo specchio per capire se anch'io ero patologicamente magra senza saperlo.
Ieri sera su Rai Uno c'era "Briciole" e non me lo sono persa.
Ne ho ricavato che i film tv americani di "Donne al Bivio" e "Quante Storie" sono molto meglio.
Innanzitutto non hanno pretese artistiche (continuo a chiedermi quale fosse il senso di far vedere al ralenti con musica drammaticissima scene tipo la lotta con i cuscini fra le donne di famiglia, un episodio assolutamente non tragico); poi non sono così didascalici e pedagogici: a intervalli regolari la madre andava dall'amica psicanalista che le faceva la lezioncina su "Cos'è l'anoressia", "perchè mia figlia è anoressica" "Di chi è la colpa" "cosa posso fare". Capisco si tratti di servizio pubblico, ma allora meglio un documentario che un film.
Un'altro differenza è il tempo: nei film americani la malattia è seguita con più calma, qui invece in sei mesi lei è diventata anoressica, entrata in clinica, uscita, diventata bulimica, inciuciato con un tipo, quasi sposata con un altro e poi decide di guarire. Negli altri si dedicava molta più attenzione al percorso di recupero, mentre qui si sottolinea il fatto che la malattia, così come improvvisamente si manifesta, comincia ad essere sconfitta. Inoltre non hanno indagato per un cavolo come l'anoressica si vede: si sono limitati a lei compiacitua che si guarda le ossa, lei che si preoccupa di quanto è ingrassata con l'alimentazione forzata, lei che dice alla sorella che si sente felice quando vede che ha perso peso.
Insomma, questo film non può competere con quello delle pallavoliste: quello sì che era bello e fatto bene. Qui invece hanno preferito annacquare il tutto con il tipo di cui era innamorata che ha un incidente in moto, gli danno la morfina in ospedale, una volta uscito comincia a drogarsi perchè "gli era piaciuto quello che gli avevano dato in ospedale" e poi muore di overdose proprio quando aveva deciso che era l'ultima volta.
Una cosa che ho notato era che lei, in fase bulimica, aveva la fissa per i wurstel con la maionese e il salame. Non mi sembra il caso di precisare come l'ho interpretata.

A proposito di disturbi alimentari: due mie compagne del liceo mi avevano raccontate che loro, verso gli 11 anni, avevano passato un'estate mangiando pochissimo. Non perchè pensavano di essere grasse (anche se una all'epoca era un po' tondetta), ma perchè gli era venuta la fobia di morire soffocate dal cibo, così tiravano avanti con succhi di frutta, pesche e un po' di prosciutto quando le madri insistevano.
Questo per dire che ci oltre ad anoressia e bulimia, ci sono anche altri conflitti sublimati nel cibo.

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