domenica, marzo 05, 2006

L'INFELICITA' DELLA MASSAIA

Sono infelice.
Sono infelice non solo perchè non ne faccio una giusta, sono pigra e pantofolaia (e vecchia dentro), perdo tonnellate di capelli e non sono nè ordinata nè pulita, ma anche perchè mi scontro ogni fine settimana con una cucina e una dispensa deprimente.

Chiunque ami cucinare sa quanto è difficile farlo in casa d'altri: mancano certi ingredienti e bisogna comprarli (e poi restano lì perchè gli altri non lo usano), se ne comprano altri e si scopre che ce n'erano già tre tonnellate, non c'è la pentola giusta, il robot da cucina, la bilancia digitale e così via.
Quando si cucina nella casa di uno che vive da solo, non ama cucinare e campa e pasta con sugo già fatto, insalata e cotolette vegetali la situazione è tragica e frustrante come poche.
Uno dice: facciamo la spesa.
Fare la spesa un par di palle; finchè si tratta di surgelati non ci sono grossi problemi: anche se li mangio solo i piselli o gli spinaci restano lì e amen. Il problema riguarda cose come la salsa di pomodoro, il latte, la ricotta, le uova e tutte quelle cose che una volta aperte vanno consumate entro pochi giorni, se no vanno buttate.
Ecco, il mio scimmiottino, se gli lascio lì mezzo barattolo di ceci da consumare entro un paio di giorni, non è che dice "FdC ha detto che posso mescolarli a pomodo e pancetta e condirci la pasta". NO! Lui si dimentica, pensa che le cose possano stare lì anni (o forse è più probabile che gli pesi troppo il culo per prendere e cestinare) e poi tocca a me buttarle.
Ogni settimana è una sfida per riuscire a trovare una ricetta che preveda ingredienti non facilmenti deperibili e non in grosse quantità, che non comporti l'uso di attrezzi particolari. Oppure ci tocca mangiare per quattro.

Pessimismo e fastidio.

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