lunedì, marzo 23, 2009

LA LUNGA STRADA VERSO L'ALTARE 6

Sto maluccio. Ho i brividini e le ossa rotte come se avessi l'influenza ma non ho la febbre.
Data la mia condizione fisica liquido la sfilata di ieri come segue.

La sfilata non era una sfilata, bensì un evento artistico in quanto un quartetto femminile ha accompagnto il defilè con una pregiata selezione di musiche tratte da colonne sonore e grandi classici della musica classica (appunto). Non era nemmeno una sfilata di abiti da sposa, bensì da cerimonia e da sposo, con solo 4 modelli per le spose, tutti dotati di strascico che a marzo faccio in tempo a setacciare il fango alla ricerca di pepite d'oro.

Menzione speciale al modello con l'espresione ebete e il sorriso "Sono bello bello bello in modo assurdo e mi chiamo...mi chiamo..sono bello in modo assurdo, l'ho già detto?" e soprattutto al sudamericano con mano perennemente in tasca ed espressione intensamente compiaciuta come il mascalzone di una telenovela che a scelta sta pensando:
A) "un giorno tutto questo sarà mio";
B) "che bocconcino l'ingenua cameriera, approffiterò di lei dietro una siepe e con il favore delle tenebre mentre va a prendere l'acqua al pozzo"

Parliamo di problemi seri.
Mia madre ha appena comunicato che vuole sponsorizzare il mio abito da sposa. Grazie tante mammina cara, che pensiero gentile!
Peccato che abbia subito aggiunto: "Una cosa semplice, ma carina. Per dire, vicino a casa c'è un negozio che fa anche gli sconti e quest'inverno ho visto due vestiti molto graziosi."
Questa interferenza da parte di mia mamma, che per mia sfortuna ha una mentalità molto austera e tedesca, mi fa temere e mi fa ringraziare che purtroppo il vestito lo prenderò a Verona, e lei non potrà certo presenziare a tutte le prove, anzi, non preferirebbe l'effetto sorpresa?

Ma forse quando dirò, non so come nè quando, che ci sposeremo in comune e non in chiesa cambierà idea e forse avrò due invitati in meno alla cerimonia. E l'abito che dico io.

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